Scopri cos’è e a cosa serve il sensore di CO2
Come valutare la qualità dell’aria? L’indice più importante è sicuramente la misura del livello di CO2. Ma come monitorare la presenza di un gas inodore che si manifesta solo per i suoi effetti negativi? La risposta è nel sensore di CO2.
Perchè l’anidride carbonica aumenta nell’aria
L’anidride carbonica è il risultato della respirazione umana, oltre che delle attività domestiche quotidiane. Il nostro corpo infatti inspira ossigeno ed emette CO2 che va ad accumularsi nell’ambiente se non è correttamente arieggiato.
Inoltre, l’isolamento termico degli edifici moderni contribuisce indirettamente all’aumento dell’anidride carbonica: ad esempio, le finestre hanno raggiunto livelli prestazionali tali da ridurre i consumi e i costi di riscaldamento o raffreddamento, minimizzando lo scambio d’aria per infiltrazione.
La conseguenza è, quindi, un aumento della concentrazione di CO2 che porta a una continua necessità di ventilazione: è in questi casi che entrano in gioco anche i sensori di CO2.
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Qual è il livello di CO2 ideale
Un elevato grado di anidride carbonica nell’aria è davvero dannoso per l’uomo che può accusare diversi malesseri e, in ambienti produttivi come scuole o uffici, provoca scarsa concentrazione o calo del rendimento e delle prestazioni. Il livello che non si dovrebbe mai superare è quello di 800-1000 ppm (parti per milione).
Consideriamo che in una stanza chiusa, come può essere un’aula, l’ufficio o la sala riunioni, la presenza di tante persone e una scarsa aerazione può portare il livello di anidride carbonica tra 5.000 e 6.000 ppm già dopo qualche minuto.
Per mantenere il livello di c02 ottimale è necessaria la metà del volume dell’aria dell’abitazione per persona.
I vantaggi del rilevatore di CO2
Per un corretto ricircolo dell’aria solitamente ricorriamo al metodo tradizionale di apertura delle finestre. Nella pratica però, spesso le lasciamo chiuse perché non vogliamo disperdere il calore o l’aria fresca all’interno dell’ambiente. Oppure semplicemente non riusciamo a percepire un’eventuale saturazione di CO2 nell’aria: pensiamo ad esempio come le persone che entrano in una sala piena normalmente valutano peggiore la qualità dell’aria rispetto alle persone che si trovano lì da più tempo.
Il sensore di CO2 da un enorme contributo sia alla qualità dell’aria che al risparmio energetico: senza un sensore di CO2, infatti, effettuiamo la ventilazione solo in base ai nostri sensi e, nella maggior parte dei casi, quando è troppo tardi o in modo eccessivo. Il sensore di CO2, inoltre, se usato in collegamento con la nostra centralina Beeta Box, ti consente non solo di monitorare costantemente la concentrazione di anidride carbonica e di visualizzarne l’andamento nel tempo ma anche di impostare una “Regola” al verificarsi di una data situazione in modo da intervenire con una corretta azione: ad es., aprire la finestra al superamento di una soglia critica impostata e richiuderla non appena il valore di CO2 è rientrato nei valori ottimali.
Potreste spiegare meglio cosa significa “Per mantenere il livello di c02 ottimale è necessaria la metà del volume dell’aria dell’abitazione per persona.”?